Mindfulness e Ipnosi
Mindfulness e Ipnosi sono pratiche moderne che attingono a tradizioni antiche evolutesi nell'arco di decine di secoli: mentre la Mindfulness trae le sue origini dalla tradizione buddista Vipassana, sorta in Asia circa 2500 anni fa, le prime testimonianze pervenuteci relativamente all'utilizzo dell'Ipnosi risalgono all'antico Egitto.
Entrambe le pratiche si basano sulla possibilità di trascendere i limiti del nostro stato "ordinario" di coscienza per sperimentare, attraverso una guida esperta, nuovi modi per entrare in contatto con noi stessi e con la realtà che ci circonda. Si tratta di tecniche che ci permettono di sviluppare la capacità di prolungare nel tempo l'esperienza di specifici stati di coscienza (che normalmente sperimentiamo in modo molto fugace) al fine di liberarci dalla sofferenza.
Mindfulness e Ipnosi condividono alcune somiglianze ma anche sostanziali differenze sia nel metodo che negli stati mentali che evocano e che le caratterizzano. Tali somiglianze ne rendono a volte difficile la distinzione tanto che, Henepola Gunaratana (uno dei grandi maestri della meditazione Vipassana), nel tentativo di descrivere e chiarire cosa siano la meditazione e le pratiche di consapevolezza vipassana, fa riferimento agli undici malintesi più diffusi, il secondo dei quali è: "meditazione significa andare in trance". Cerchiamo di chiarire tale malinteso delineando le somiglianze e le differenze tra gli stati meditativi e quelli ipnotici.
Somiglianze tra Mindfulness e Ipnosi
Se immaginiamo il nostro stato ordinario di coscienza come la via che percorriamo quotidianamente e attraverso la quale viviamo gran parte della nostra giornata da svegli, Mindfulness e Ipnosi si configurano come percorsi alternativi.
Nello specifico, Mindfulness e Ipnosi sono pratiche che condividono lo stesso punto di partenza e percorrono il tratto iniziale del loro tragitto quasi sovrapponendosi: una guida ci conduce, attraverso un uso ponderato di istruzioni mirate, a focalizzare la nostra attenzione su uno o più oggetti (ad esempio il respiro) attingendo alle nostre capacità di concentrazione: il protrarsi della concentrazione porta gradualmente alla destrutturazione del nostro stato ordinario di coscienza.
Facciamo un esempio (o un esperimento):
1. Mettiamoci comodi in un posto tranquillo dove non saremo disturbati.
2. Chiudiamo gli occhi e respiriamo lentamente, inspirando attraverso il naso ed espirando attraverso la bocca.
3. Concentriamoci sul respiro e, se l'attenzione vaga, torniamo semplicemente sul respiro, per quanto ci è possibile. Possiamo seguire questo processo per tutto il tempo che desideriamo.
4. Quando siamo pronti per terminare l'esperimento, apriamo gli occhi, alziamoci e riportiamo la consapevolezza a ciò che ci circonda.
Se esaminiamo attentamente i primi 3 passaggi di questa pratica, che servono ad assorbire (concentrandola) l'attenzione, essi ben si adattano sia a una pratica di Mindfulness che alla fase iniziale di un'induzione di Ipnosi. Sia la Mindfulness che l'Ipnosi, infatti, si basano sulla nostra capacità di concentrazione dell'attenzione.
La capacità di mantenere uno stato di coinvolgimento dell'attenzione sull'esperienza attuale, di lasciarsi assorbire dall'esperienza in corso, è un aspetto importante dei processi percettivi che entrano in gioco tanto nella meditazione che nell'ipnosi.
L'assorbimento è la disposizione a un'attenzione "totale" e che può coinvolgere pienamente le risorse rappresentazionali (cioè percettive, immaginative e ideative). Le ricerche indicano che questo tipo di funzionamento attenzionale generalmente provoca un senso accresciuto della realtà dell'oggetto attentivo, l'impermeabilità agli eventi che distraggono e un senso alterato della realtà in generale (incluso un senso di sé alterato empaticamente).
Differenze tra Mindfulness e Ipnosi
Dopo aver raggiunto uno stato di assorbimento concentrativo sufficientemente stabile, le strade di Mindfulness e Ipnosi giungono a un bivio: la mindfulness, in linea con la tradizione del buddismo Vipassana, segue il sentiero della consapevolezza mentre l'ipnosi segue la via che conduce alla mente inconscia.
Riprendiamo, per intenderci, l'esempio della concentrazione sul respiro. Nella Mindfulness focalizzare intenzionalmente l'attenzione sul respiro è un punto di partenza per stabilizzare le nostre capacità di concentrazione e aprirci all'osservazione consapevole di quanto accade nel momento presente senza lasciarci distrarre o trascinare da pensieri, ricordi o aspettative, così come spesso accade nel nostro stato di coscienza ordinario. Respiriamo e siamo consapevoli di respirare mentre, gradualmente (praticando), apprendiamo a espandere lo stato di consapevolezza dal respiro, alle sensazioni, ai pensieri, alle emozioni, agli altri fino a includere tutto il mondo e l'universo di cui siamo parte.
Mentre la focalizzazione dell'attenzione nella Mindfulness è un processo inclusivo, in Ipnosi esso tende ad essere un processo esclusivo, selettivo: focalizzandoci sul respiro tenderemo a essere consapevoli solo di quello mettendo in ombra tutto il resto (di cui conserveremo una consapevolezza a livello inconscio). Mentre la nostra consapevolezza cosciente è assorta, impegnata e focalizzata su un oggetto come il respiro, il terapeuta ha la possibilità di comunicare con la mente inconscia senza le abituali interferenze della mente cosciente (come avviene nello stato ordinario di coscienza). Quando lo stile di comunicazione dell'istruttore diventa ipnotico, le parole, le immagini, le metafore e le analogie sono costruite in modo da coinvolgere anche il modo di essere inconscio della mente nel processo di trasformazione personale.
Passiamo ora a considerare alcune importanti differenze tra Mindfulness e Ipnosi da un punto di vista metodologico. Idealmente, nella Mindfulness strumenti e fini coincidono: essa mira infatti a trasformare il nostro stato ordinario di coscienza in uno stato di sempre maggiore consapevolezza, laddove, l'autoconsapevolezza coincide con la liberazione dal disagio. Come sostiene Jon Kabat-Zinn (2004), l'obiettivo esplicito della Mindfulness è quello di "sviluppare una continuità di consapevolezza nella nostra vita" attraverso un percorso che punta a svincolarci dalla frenetica attività giudicante della nostra mente, oltre che dai sentimenti di attaccamento e avversione nei confronti della realtà, che rappresentano la fonte principale della nostra vulnerabilità.
Diversamente, l'ipnosi è generalmente utilizzata in psicoterapia per elicitare le risorse inconsce necessarie a produrre il cambiamento di prospettiva più utile per risolvere i problemi attuali e trasformare, quel tanto che basta, il nostro stato ordinario di coscienza al fine di renderlo maggiormente flessibile e funzionale nella gestione delle complessità delle realtà che ci troviamo ad affrontare. Diversamente dalla Mindfulness, nell'ipnoterapia mezzi e fini rimangono distinti: lo stato ipnotico è il mezzo, la guarigione (o il superamento di un problema) è il fine.
Ipnoterapia basata sulla Mindfulness (MBH)
L'Ipnoterapia basata sulla Mindfulness è una forma di psicoterapia che si avvale della proficua integrazione di Mindfulness e Ipnosi.
Questo approccio alla psicoterapia (e alla Mindfulness) è maturato inizialmente in nord america, attraverso gli studi pionieristici del Dott. Michael D. Yapko (noto ipnoterapeuta statunitense) e del gruppo di ricerca canadese del Dott. Assen Alladin, cui si deve l'acronimo MBH – Mindfulness Based Hypnotherapy. Le ricerche condotte in tale ambito evidenziano come, in virtù della loro complementarietà, Mindfulness e Ipnosi possano fungere – sinergicamente – da catalizzatori dei processi di autoguarigione.
L'Ipnoterapia basata sulla Mindfulness si fonda sull'utilizzo delle nostre capacità di concentrazione e coinvolge contemporaneamente sia i processi attentivi volontari e intenzionali (come avviene attaverso le pratiche di consapevolezza della Mindfulness) che quelli involontari e automatici (come avviene in ipnosi).
La saggezza e le intuizioni della psicologia buddhista, che rappresentano una fonte inesauribile di ispirazione, si integrano (in un contesto laico) con le pratiche ipnotiche che rappresentano, a loro volta, lo strumento che ci permette di comunicare con quella parte profonda di noi che è l'inconscio: nell'inconscio possono essere piantati i semi per far sbocciare ogni cosa, anche la consapevolezza.
Presso il CRPP – Centro Romano di Psicologia e Psicoterapia – abbiamo strutturato un Protocollo MBH di Ipnoterapia basata sulla Mindfulness per la gestione dell'ansia e delle problematiche a essa correlate. Tale protocollo rappresenta il "cuore" esperienziale di un percorso di terapia di gruppo che, incontro dopo incontro, promuove nuovi modi per entrare in contatto con il nostro corpo, le sensazioni, i pensieri e le emozioni, per maturare nuovi modi di relazionarci a noi stessi e agli altri.